News 03 Apr 2024

Alla Ricerca della Sostenibilità: la nuova Direttiva di Rendicontazione sulla Sostenibilità (CSRD) apre un nuovo capitolo Europeo


1. Introduzione

Nel dicembre del 2022, l’Unione Europea ha introdotto la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) – 2022/2464/EU, un’evoluzione significativa rispetto alla precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD, Direttiva 2014/95/EU).
La CSRD ha l’ambizioso obiettivo, tra gli altri, di estendere il campo di applicazione del cosiddetto “Bilancio di Sostenibilità” a un numero molto più ampio di aziende rispetto alla normativa precedente.
Prima dell’introduzione della CSRD, il campo di applicazione obbligatorio della rendicontazione sulla sostenibilità era piuttosto limitato. Nell’Unione Europea, e quindi anche in Italia, la Direttiva sulla divulgazione delle informazioni non finanziarie (NFRD) imponeva solo alle grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti – società quotate, banche e assicurazioni – di includere nel loro bilancio un report di sostenibilità.

2. Alcuni dati

Molte aziende, tuttavia, hanno scelto di redigere questo tipo di bilancio in maniera autonoma, con numeri crescenti. In Italia, in media, il 10% delle aziende si racconta in un bilancio di sostenibilità o svolge attività di comunicazione sulle tematiche di sostenibilità. La quota aumenta al crescere della dimensione d’azienda: 19,6% nelle imprese con 250-499 addetti e 34,4% in quelle con 500 e più addetti (FONTI: Deloitte, Cribis)
Dal punto di vista operativo le cose sono in ulteriore crescita. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), si stima che nel 2022 il 59,5% delle imprese manifatturiere abbia intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 50,3% adotta azioni di tutela ambientale, il 44,6% di sostenibilità sociale e il 36,8% di sostenibilità economica. Le grandi imprese sono mediamente le più attive in tutte le pratiche di sostenibilità: oltre i 4/5 delle grandi imprese (81,5%) e soltanto il 36,1% delle piccole imprese fanno azioni di sostenibilità.

3. Comunicare la Sostenibilità: le linee guida della CSRD

Chiaramente ogni azione intrapresa a sostegno dello sviluppo sostenibile ha ragione di essere comunicata. Fino ad oggi la rendicontazione della sostenibilità è stata guidata principalmente secondo i principi del Global Reporting Initiative (GRI), che ha lavorato dal 2003 per sviluppare la (prime) linee guida per la rendicontazione non finanziaria.
Con l’avvento della CSRD, però, si prevedono importanti cambiamenti nel panorama della rendicontazione sulla sostenibilità. Questi includono:
1) Doppia Materialità: la CSRD introduce il concetto di doppia materialità, considerando sia l’impatto dell’impresa verso l’esterno (INSIDE-OUT) su questioni di sostenibilità, sia come la sostenibilità influenzi lo sviluppo, le prestazioni e la posizione dell’impresa (OUTSIDE-IN).
2) Disclosure Content Requirement: per ciascun tema di rendicontazione, le aziende dovranno esaminare e documentare la Policy (strategie e framework), le Azioni (piani d’azione per il raggiungimento degli obiettivi), le Metriche (indicatori qualitativi e quantitativi per la misurazione dei KPI) e gli Obiettivi (obiettivi misurabili legati agli impatti, ai rischi o alle opportunità).
3) Attestazione di Conformità: le aziende soggette alla CSRD dovranno richiedere la certificazione da parte di un ente terzo per il bilancio di sostenibilità.
4) Perimetro di Rendicontazione: le aziende dovranno rendicontare le implicazioni dirette o indirette lungo l’intera catena del valore, con particolare attenzione agli impatti, ai rischi e alle opportunità generate dalle relazioni commerciali.
5) Digitalizzazione del Report: non sarà più sufficiente pubblicare il report in formato PDF; sarà richiesta la pubblicazione in formati XHTML e XBRL per favorire la digitalizzazione e l’accessibilità dei dati.
6) Ambito Applicativo: la CSRD estende l’obbligo di rendicontazione a un numero maggiore di aziende, inclusi criteri basati su fatturato, attivo patrimoniale e numero di dipendenti, oltre a includere le PMI quotate e le imprese extracomunitarie con filiali in Europa.
7) I criteri di rendicontazione: un’altra importante novità introdotta dalla CSRD, quasi rivoluzionaria, è l’adozione dei criteri di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards), sviluppati appositamente dall’EFRAG. Si abbandonano i KPI suggeriti per 20 anni dal GRI, almeno per le aziende che saranno soggette alla direttiva.

4.  I nuovi criteri ESRS (European Sustainability Reporting Standards)

Secondo il diritto dell’Unione Europea, le imprese quotate sono tenute a divulgare informazioni riguardanti i rischi e le opportunità legati alle questioni sociali e ambientali. Questo è fondamentale per consentire agli investitori, alla società civile, ai consumatori e ad altre parti interessate di valutare la sostenibilità delle attività aziendali.
La Commissione Europea ha adottato i primi standard e norme trasversali per tutti gli aspetti della sostenibilità il 31 luglio 2023, al fine di facilitare questa rendicontazione.

Successivamente, avrebbero dovuto essere introdotti standard specifici per settore: per le piccole e medie imprese (PMI) e per le aziende di paesi terzi con un fatturato di almeno 150 milioni di euro nell’UE e con almeno una filiale in Europa.
Inizialmente la scadenza per l’adozione di questi nuovi standard era fissata al 30 giugno 2024. Tuttavia, un accordo tra i legislatori ha posticipato l’adozione delle nuove norme al 30 giugno 2026. Questo rinvio offre alle aziende più tempo per concentrarsi sull’implementazione della prima serie di standard di rendicontazione sostenibile (ESRS) e per sviluppare standard specifici per settore e per aziende di paesi terzi.

5. Tempi di applicazione

Per quanto riguarda i tempi di applicazione, sebbene la normativa debba ancora essere recepita in Italia (si attende entro il 6 luglio 2024), si prevede una precisa tabella di marcia:

  • le imprese già soggette alla NFRD dovranno iniziare a rendicontare in base alla CSRD nel 2025, con riferimento ai dati del 2024,
  • le grandi imprese non precedentemente soggette alla NFRD dovranno iniziare a pubblicare i loro bilanci di sostenibilità nel 2026, con dati relativi al 2025,
  • le PMI quotate dovranno iniziare la rendicontazione nel 2027 su dati 2026,
  • le imprese extracomunitarie con ricavi netti superiori a 150 milioni di euro nell’UE dovranno farlo nel 2028, su dati 2027.

6. Conclusioni

In conclusione, la Corporate Sustainability Reporting Directive rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle imprese europee nei confronti della sostenibilità.

Le nuove disposizioni introdotte promettono di fornire una base solida per una rendicontazione più accurata e comparabile, fornendo agli stakeholder informazioni essenziali per valutare le prestazioni delle aziende sotto il profilo della sostenibilità.
Non va infatti dimenticato che nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare, la Commissione Europea pone grande attenzione sulla responsabilizzazione dei consumatori. Una maggiore consapevolezza aiuta infatti le persone nel comportamento d’acquisto e nella valutazione delle aziende.
Considerato dunque che con la CSRD verranno rese pubbliche molte più informazioni relative alla sostenibilità rispetto al passato, l’augurio è che si instauri un meccanismo virtuoso di crescita continua con l’obiettivo di inseguire sempre più lo sviluppo sostenibile.
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