News 05 Lug 2023

WHISTLEBLOWING: LA NUOVA DIRETTIVA IN 7 PASSI


Gli aggiornamenti sul whistleblowing nel Decreto Legislativo n.24 del 23 marzo 2023

A marzo 2023 l’Italia ha recepito la Direttiva Europea sul Whistleblowing, che prevede l’adozione di nuovi standard di protezione a favore dei “whistleblower”, persone segnalanti attività illecite nelle organizzazioni.

1. Che cos’è il whistleblowing?

Il whistleblowing è l’atto di denunciare in modo anonimo o pubblico comportamenti illeciti o scorretti all’interno di un’organizzazione, al fine di promuovere la trasparenza e l’integrità.

Il whistleblower è quindi una persona che rivela informazioni riservate o illegali su un’organizzazione o un’azienda mettendo a rischio la propria reputazione e sicurezza. Agisce in nome dell’interesse pubblico, promuovendo la trasparenza e denunciando abusi, corruzione o comportamenti scorretti. Il ruolo di chi denuncia è essenziale per la spinta al cambiamento e alla risoluzione di atteggiamenti gravi. Per questo la direttiva vuole garantire al whistleblower una sicurezza che consenta la denuncia senza pensieri.

2. Cosa cambia rispetto alla normativa precedente?

Il Decreto (D.Lgs. n. 24 del 23 marzo 2023)  amplia in modo significativo il novero dei soggetti tutelati in caso di segnalazione comprendendo, oltre ai dipendenti: lavoratori autonomi, liberi professionisti e consulenti, volontari e tirocinanti, azionisti e persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo e vigilanza o rappresentanza, candidati, lavoratori in prova, ex dipendenti, facilitatori, parenti o colleghi di lavoro del segnalante, enti di proprietà del segnalante o che operano nel medesimo contesto lavorativo del segnalante.

La persona che, alle condizioni previste dal Decreto, effettua la segnalazione:

  • È protetta dal divieto di ritorsioni, anche indirette, nei suoi confronti (tra cui, licenziamento, sospensione, retrocessione di grado o mancata promozione, demansionamento, referenze negative, intimidazioni o molestie, danni reputazionali, ecc.)
  • Beneficia di misure di sostegno fornite da enti del Terzo settore (ovvero, informazioni, assistenza e consulenze a titolo gratuito sulle modalità di segnalazione e sulla protezione dalle ritorsioni, sui diritti della persona coinvolta, nonché sulle modalità e condizioni di accesso al patrocinio a spese dello Stato).

Per quanto riguarda le modalità di segnalazione, le aziende interessate sono obbligate a creare canali interni che garantiscano la massima riservatezza per il segnalante, le persone coinvolte e chiunque venga menzionato nella segnalazione. Lo scopo è creare una via che ispiri fiducia, incoraggiando i dipendenti a segnalare eventuali violazioni all’interno dell’azienda, al fine di prevenire comportamenti illeciti che danneggiano l’azienda stessa. La fiducia deriva dalla promessa di proteggere chi segnala da eventuali ritorsioni.

I canali di segnalazione consentiti sono i seguenti:

  • Canali interni: implementati dalle aziende private o dalle amministrazioni pubbliche, devono garantire la riservatezza dell’identità del segnalante, delle persone coinvolte e del contenuto della segnalazione. La gestione di tali canali è affidata a un’unità interna dedicata e addestrata o a un soggetto esterno autonomo e specializzato,
  • Canale esterno: attivato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Nei casi in cui le aziende abbiano meno di 50 dipendenti e non siano obbligate a istituire un canale interno di segnalazione, il segnalante può effettuare una segnalazione esterna tramite l’ANAC,
  • Divulgazioni pubbliche: attraverso i media di massa.

3. Chi è obbligato all’adeguamento

L’obbligo di implementare canali di segnalazione, adottare procedure per l’effettuazione e la gestione delle segnalazioni e garantire le misure di tutela si applica agli enti privati (incluse le società) che:

  • Nel corso dell’ultimo anno, hanno avuto una media di almeno 50 dipendenti con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato, indipendentemente dal settore di appartenenza,
  • Hanno adottato un Modello Organizzativo ai sensi del Decreto Legislativo n. 231/2001, indipendentemente dal numero di dipendenti e dal settore di appartenenza (il canale di segnalazione incluso nel Modello 231 deve essere adeguato alla nuova impostazione del Decreto Legislativo 23/24),
  • Rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’Unione Europea che riguardano servizi, prodotti e mercati finanziari, prevenzione del riciclaggio e finanziamento del terrorismo, sicurezza dei trasporti e tutela dell’ambiente, indipendentemente dal numero di dipendenti impiegati.

4. Le sanzioni per chi non si adegua

Le aziende che ostacolano o cercano di impedire la segnalazione di comportamenti irregolari saranno soggette a sanzioni. Lo stesso vale se le aziende non proteggono l’identità del segnalante. Saranno punite anche le azioni di ritorsione contro i whistleblower.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) applica le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie al responsabile:

  • Da 10.000 a 50.000€ quando viene accertato che sono state commesse ritorsioni o che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla, oppure quando è stato violato l’obbligo di riservatezza secondo l’articolo 12,
  • Da 10.000 a 50.000€ quando viene accertato che non sono stati istituiti canali di segnalazione o che non sono state adottate procedure per la gestione delle segnalazioni,
  • Da 500 a 2.500 € nel caso in cui la persona che ha effettuato la segnalazione venga legalmente ritenuta responsabile di reati come diffamazione o calunnia.

In sintesi, le aziende devono consentire la segnalazione di irregolarità, mantenere riservata l’identità del segnalante e astenersi da ritorsioni. L’ANAC può infliggere sanzioni amministrative pecuniarie al responsabile in caso di violazioni.

5. Cosa e come si può segnalare

Le segnalazioni riguardano violazioni che danneggiano l’interesse pubblico, l’integrità dell’amministrazione pubblica o di enti privati, nonché gli interessi finanziari dell’Unione Europea e/o il mercato interno (es. frode fiscale, riciclaggio di denaro o reati relativi agli appalti pubblici, alla sicurezza dei prodotti e dei trasporti, alla protezione dell’ambiente, alla salute pubblica e alla protezione dei consumatori e dei dati, ecc.),. Queste violazioni possono includere comportamenti illegali di natura amministrativa, contabile, civile o penale, nonché violazioni significative ai sensi del Decreto Legislativo n. 231/2001 e violazioni dei Modelli 231.

6. Tempistiche di adeguamento alla direttiva

La creazione dei canali di segnalazione ha delle scadenze che variano a seconda delle dimensioni aziendali:

  • dal 15 luglio 2023 per gli enti privati con 250 o più dipendenti,
  • dal 17 dicembre 2023 per i soggetti privati con 50 o più dipendenti.

7. Come possiamo aiutarti

Se sei già un nostro cliente, attraverso Qualibus ti possiamo offrire un pacchetto omnicomprensivo che include:

  • la configurazione della classe di evento Whistleblowing,
  • l’elaborazione di un’istruzione operativa,
  • l’emissione di un modulo per la compilazione cartacea,
  • uno strumento che consenta la registrazione anche anonima dell’evento whistleblowing tramite link dedicato,
  • l’inserimento di un utente Qualibus anonimo,
  • la formazione al responsabile.

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