News 02 Nov 2025

Qualità: nuove frontiere. Dati, strategie di sostenibilità e gestione dell’intelligenza artificiale con un approccio al miglioramento continuo


Per anni, la qualità è stata sinonimo di conformità: rispetto di norme, procedure, standard. Oggi questo apprcoccio non basta più.
Nel mondo delle imprese iperconnesse, la qualità non è solo un reparto o un audit periodico: è una leva strategica per la competitività, la sostenibilità e la fiducia dei clienti. Le nuove frontiere della qualità si giocano su tre piani sempre più intrecciati: digitalizzazione, strategie di sostenibilità e gestione dell’intelligenza artificiale.

1. Dalla procedura al dato: la qualità è sempre più data-driven

Le aziende più evolute hanno ormai adottato sistemi di gestione pari ed ecosistemi digitali orientati al dato. Non più documenti cartacei, ma gestione del dato integrata, monitorata, gestita. Perchè?
Il motivo è che non si tratta solo di “dematerializzare” i processi, ma di trasformare la conoscenza operativa in informazione utile.
Attraverso piattaforme idonee come Qualibus, i dati di processo, non conformità, azioni correttive e gestione degli audit diventano indicatori dinamici per prendere decisioni in tempo reale.

La qualità data-driven non misura soltanto “se” un processo è conforme, ma “quanto” contribuisce agli obiettivi aziendali.fiducia riconosciuto a livello nazionale ed europeo.

2. Sostenibilità e qualità integrata: misurare per migliorare

Le nuove norme europee relative ai temi ESG (Environmental, Social & Govenrance) come la CSRD, la CS3D, il Regolamento sull’Ecodesign -per citarne solo alcune- così come la crescente attenzione alla sostenibilità dei contesti finanziario e di mercato e hanno portato la qualità a dialogare con la sostenibilità.
Gli indicatori ambientali e sociali sono, di fatto, nuovi indicatori di qualità: misurano volontà, capacità e progressi di un’organizzazione nell’operare in modo efficiente, trasparente e responsabile.

Un sistema qualità moderno deve quindi essere in grado di integrare i dati ESG nel ciclo di miglioramento continuo: dai fornitori alle risorse umane, dal consumo energetico alla soddisfazione degli stakeholder. Non si tratta di un approccio superficiale: per natura condivisa di qualità e sostenibilità chiarezza e verificabilità devono coesistere, tanto nei contenuti quanto nei processi di gestione e rendicontazione.

Il supporto di strumenti aziendali è fondamentale per rendere il più agevole possibile una nuova quotidianità, in modo da mantere uno standard alto ed affidabile nel tempo.

3. Intelligenza artificiale e automazione: la qualità che anticipa

Che ruolo ha dunque l’intelligenza artificiale? L’AI non potrà sostituire l’esperto di qualità, al contrario lo può rendere più strategico.
Un esempio: McKinsey segnala che nelle fabbriche “Lighthouse”, cioè tra le più avanzate nell’uso dell’AI, l’applicazione dell’intelligenza artificiale ha portato riduzioni dei difetti fino al 99% nei casi più maturi (How manufacturing’s Lighthouses are capturing the full value of AI, McKinsey 2023).

Ma chi gestisce i dati raccolti per far sì che le organizzazioni limitino non conformità, creino strategie di miglioramento e aggiornamento continui se non i vari responsabili di area?

Se è vero dunque che, in prospettiva, l’AI potrà arrivare a simulare l’impatto di una variazione di processo o di fornitore sulla qualità complessiva, prima ancora che questa avvenga nel mondo reale è altrettanto corretto che, come per ogni trasformazione e innovazione, ci saranno 2 modi di vivere questa trasfomazione: subirla o cavalcarla. A fare la differenza sarà sempre il ruolo di controllo in capo all’essere umano.

4. La cultura della qualità: l’elemento umano al centro

Tecnologia e dati sono strumenti imprescindibili e sempre più potenti, ma la vera rivoluzione è culturale.
Le aziende che crescono sono quelle che diffondono la qualità come modo di pensare, un linguaggio comune tra reparti, ruoli e funzioni e non come insieme di regole o aggiornamenti da rincorrere.

Formazione, collaborazione digitale e trasparenza dei dati saranno le basi di un ecosistema in cui la qualità è sempre più parte del lavoro quotidiano, non un controllo a posteriori.

Conclusioni

Il miglioramento continuo comprende oggi in modo dirompente la capacità di adattamento.
Digitalizzazione, sostenibilità, conoscenza dell’AI sono strumenti per un obiettivo più grande: creare organizzazioni resilienti, consapevoli e orientate al progresso.

La qualità non è più un requisito. È una strategia per il futuro. E come diceva Henry Ford la Qualità è “fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando”. Siete d’accordo?






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